L’Italia si allinea con una politica europea sul combustibile sempre più “rinnovabile"
29/12/2016
È stato recentemente
approvato (durante il 2° Consiglio dei Ministri del Governo Gentiloni) il
decreto legislativo di attuazione della direttiva 2014/94/UE, del Parlamento
europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014, sulla realizzazione di
un’infrastruttura per i combustibili alternativi. Nello specifico, il
provvedimento – datato 14 Dicembre 2016 - è relativo all’attuazione delle linee
guida individuate dalla direttiva 2014/94/UE la quale, nell’ambito delle
politiche dell’Unione Europea sulla sostenibilità, ha previsto che gli Stati
membri adottino un quadro strategico nazionale per lo sviluppo del mercato dei
combustibili alternativi nel settore dei trasporti e per la realizzazione di
una infrastruttura che ne accompagni e sostenga l’evoluzione.
La direttiva
2014/94/UE è sorta con la finalità di creare Quadri Strategici Nazionali (QSN),
per cogliere due diversi, ma paralleli obiettivi: da una parte abbattere le
emissioni generate dal “trasporto”, dall’altra ridurre la dipendenza dai
combustibili tradizionali, con il conseguente investimento e realizzazione di
nuove reti di approvvigionamento e distribuzione energetica.
L’iter parlamentare
del decreto è iniziato nel settembre 2016, quando il Governo ha trasmesso alla
presidenza della Camera l’Atto n. 337, “Schema
di decreto legislativo per la realizzazione di un’infrastruttura per i
combustibili alternativi”, affidato poi alle Commissioni competenti. Prima
di approdare in Consiglio dei Ministri, lo schema di decreto ha ottenuto il
parere favorevole delle diverse commissioni coinvolte con il recepimento di alcune
osservazioni, oltre che della Conferenza unificata Stato Regioni ed enti locali,
con alcune modifiche. Il decreto legislativo si è arricchito grazie ai
contributi – spesso di segno opposto, ad esempio per quanto concerne l’utilizzo
del gas naturale come combustibile alternativo – depositati dalle associazioni
e dalle autorità del settore chimico, elettrico, energetico e dalle
associazioni ambientaliste, che avrebbero preferito un maggior impulso alla mobilità
elettrica per il trasporto su strada delle persone, più in linea con le
previsioni della direttiva europea.
Nello specifico, il
decreto legislativo in oggetto – ancora in attesa di essere pubblicato in
Gazzetta ufficiale - disciplina le linee guida finalizzate a consentire la
costruzione e l’esercizio di un’infrastruttura per i combustibili alternativi,
inclusi i punti di ricarica per veicoli elettrici e i punti di rifornimento di
gas naturale ed idrogeno e all’attuazione delle specifiche tecniche comuni, differenziando
dagli altri quei combustibili per i quali è prioritaria l’introduzione di
misure specifiche per la loro diffusione.
Nell’ambito dell’istituzione
del Quadro strategico nazionale (articolo 3), un punto importante verso la
riduzione dell’impatto ambientale causato dalle “imbarcazioni” nei porti
riguarda la realizzazione di sistemi di elettrificazione delle banchine
portuali (i c.d. “cold ironing”), già
operativi in alcuni porti del Nord America. Si tratterebbe così di superare la tradizionale
produzione di energia attraverso i generatori di bordo - come motori diesel
alimentati dal gasolio per trazione marina - permettendo alle navi di essere
ancorate e collegate ad un sistema di alimentazione elettrica dalla rete
locale, con conseguente risparmio di emissioni di CO2 e altri inquinanti, oltre
che emissioni rumorose.
In passato il
Ministero dei Trasporti ha già promosso la realizzazione di accordi tra
autorità portuali e fornitori di energia elettrica per l’approvvigionamento di
elettricità alle navi (l’AP di Venezia ha già firmato un protocollo d’intesa nel
2010 con ENEL per minimizzare gli impatti ambientali del traffico portuale,
studi di fattibilità sono già stati elaborati per i porti di Civitavecchia,
Bari e La Spezia, mentre a Genova è prevista entro fine anno la conclusione
della prima fase dell'elettrificazione delle banchine nell’area delle
Riparazioni Navali con un investimento di circa 10 milioni di Euro finanziato
in parte dal Ministero dell’Ambiente e in parte dalla Regione Liguria
attraverso i fondi Por Fesr), ma certamente il decreto legislativo rappresenta
un passo ulteriore per il miglioramento dell’impatto ambientale nei porti.
Il decreto distingue quindi
tra obiettivi obbligatori e obiettivi facoltativi: tra i primi rientrano quelli
per elettricità e gas naturale (GNL - gas naturale liquefatto e GNC - gas
naturale compresso), mentre tra i secondi quelli per l’idrogeno - per il quale è
prevista una via sperimentale in base alla domanda di mercato - e il GPL (gas
di petrolio liquefatto).
Si è poi stabilita
l’installazione, entro il 31 dicembre 2020, di un adeguato numero di punti di
ricarica elettrica che permetta la circolazione dei veicoli elettrici nelle aree
urbane delle città e delle città metropolitane, delle zone suburbane e
periferiche, di strade extraurbane ed autostrade, con l’indicazione delle specifiche
tecniche per i punti di ricarica di potenza standard elevata (articolo 4).
Una modifica allo
schema preliminare di decreto che è stata accolta in sede consultiva ha
riguardato gli aspetti connessi con la tassazione, i prezzi, e la modalità di
conclusione “deformalizzata” dei contratti di fornitura da parte degli utenti
(art. 23 e 24).
Vi sono poi una serie
di scadenze per la creazione di reti infrastrutturali per le predette energie
alternative (in parte criticate da alcune associazioni per i tempi troppo
lunghi): l’articolo 6 del decreto legislativo ha previsto l’installazione nei
porti marittimi e nei porti della navigazione interna, rispettivamente, entro
il 31 dicembre 2025 e il 31 dicembre 2030, di un adeguato numero di punti di
rifornimento per navi alimentate a GNL adibite alla navigazione interna o alla
navigazione marittima nella rete centrale TEN.T (le c.d. “reti trans-europee”).
La designazione dei relativi porti verrà stabilita dal QSN in considerazione
della futura diffusione di unità navali alimentate a GNL, da cui dipenderà lo
sviluppo del mercato del gas naturale per uso marittimo.
Infine viene stabilita
la creazione di punti di rifornimento accessibili al pubblico per i veicoli
pesanti alimentati a GNL entro il 31 dicembre 2025 e, per i veicoli pesanti
alimentati a GNC, entro il 31 dicembre 2020, su tutto il territorio nazionale
ed in ogni singola regione.
Vi sono nuove disposizioni
anche a tutela dei consumatori (articolo 8): viene introdotto l’obbligo di
informazioni chiare sui combustibili che possono essere utilizzati in un
veicolo (mediante un’etichettatura standardizzata) oltre alle indicazioni nei punti
di ricarica e rifornimento, i quali dovranno essere localizzati e mappati dal Ministero
delle infrastrutture.
In generale il decreto
legislativo rappresenta un punto di partenza importante per l’utilizzo dei carburanti
alternativi ed un incremento della mobilità sostenibile, anche nell’ottica di
un miglioramento futuro delle dell’impatto ambientale prodotto dai traffici
stradali, aerei e marittimi.
Rubrica a cura dello Studio Legale Siccardi Bregante & C. - www.siccardibregante.it - studio@siccardibregante.it