Autostrade del Mare in Europa ed in Italia: breve focus su situazione attuale e prospettive future
22/08/2017
Come noto, il programma europeo Autostrade del Mare prevede l’implementazione
di un sistema articolato di trasporti marittimi in grado di accrescere l’efficacia
e la competitività della modalità di trasporto combinata strada-mare. Le
Autostrade del Mare sono una soluzione alternativa e spesso complementare al
trasporto stradale, volta ad incentivare il trasporto via mare delle merci tradizionalmente
stivate in containers ed automezzi. In questo modo, in un’ottica di sviluppo
ecosostenibile, viene favorito il decongestionamento della rete stradale con
conseguenti benefici in termini di prevenzione degli incidenti e di riduzione
dell’inquinamento prodotto dal trasporto su gomma. Una chiara definizione del
ruolo e delle finalità delle Autostrade del Mare è stata fornita dalla
Decisione n. 884 del 29.4.2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio: “la
rete trans-europea delle Autostrade del Mare intende concentrare i flussi di
merci su itinerari basati sulla logistica marittima in modo da migliorare i
collegamenti marittimi esistenti o stabilirne di nuovi … per il trasporto di
merci tra Stati membri onde ridurre la congestione stradale e/o migliorare
l’accessibilità delle regioni e degli Stati insulari e periferici. Le
autostrade del mare non dovrebbero escludere il trasporto misto di persone e
merci, a condizione che le merci siano predominanti”.
Le Autostrade del Mare rappresentano senza dubbio un tema centrale
della politica europea dei trasporti. La loro rilevanza strategica è stata
ribadita anche in sede di recente revisione delle linee guida della rete TEN-T
(Trans-European Network - Transport),
che le indicano come la “dimensione
marittima della Rete Trans-Europea dei Trasporti”.
Presupposto imprescindibile della revisione delle linee guida TEN-T è il
Libro bianco del 28.3.2011 “Tabella di
marcia verso uno spazio europeo unico dei trasporti – per una politica dei
trasporti competitiva e sostenibile”, che, al fine di consentire la realizzazione
di un mercato unico Europeo tramite l'effettiva trasformazione dei sistemi di
trasporto nazionali in un sistema integrato europeo e mediante la libera
circolazione di persone e merci, ha individuato i seguenti obiettivi specifici:
riduzione del 60% le emissioni di gas serra;
·ottimizzazione del funzionamento delle catene logistiche multimodali;
incremento dell’efficienza dei trasporti tramite ricorso a sistemi informatici (ICT).
Il programma per lo sviluppo delle Reti di Trasporto Trans-europee
(TEN-T) è co-finanziato dalla Commissione Europea mediante appositi bandi di
gara con i quali vengono selezionati i progetti ritenuti di interesse europeo
che maggiormente contribuiscono agli obiettivi del programma.
La gestione finanziaria dei progetti e il loro monitoraggio è
demandato all'Agenzia esecutiva INEA - "Innovation and Netwoks Executive Agency”, che, per conto della
Commissione europea, provvede a dare attuazione agli interventi relativi alle
varie modalità di trasporto (ferroviario, stradale, marittimo e aereo) su cui
si articolano le reti trans-europee di trasporto.
A livello normativo, il Regolamento EU n. 1315/2013 fissa le nuove
linee guida per implementare e sviluppare le Reti TEN-T. L’impostazione
adottata prevede un’articolazione “a doppio strato” caratterizzata da una rete
centrale (core network) e una rete
generale (comprehensive network).
Mentre il completamento di quest’ultima è previsto per il 2050, la rete
centrale dovrebbe essere portata a compimento entro il 2030 con l’entrata a
regime di nove corridoi, i quali sono ispirati ai concetti di intermodalità,
interoperabilità e sviluppo coordinato delle infrastrutture. I corridoi della
rete centrale, inoltre, dovranno:
includere almeno tre modalità differenti di trasporto;
attraversare almeno tre Stati membri;
prevedere l’accesso ai porti marittimi.
Per finanziare l’implementazione delle Reti Trans-Europee dei
Trasporti (TEN-T), dell’Energia (E-TEN) e delle telecomunicazioni digitali
(e-TEN) è stato istituito dal Regolamento UE 1316/2013 il programma CEF - Connecting Europe Facility, il quale si
colloca nell’ambito del Quadro Finanziario Pluriennale dell’Unione Europea
2014-2020 e possiede una dotazione finanziaria di oltre 30 miliardi di Euro, di
cui circa 22 destinati al settore dei trasporti. Gli stanziamenti, superiori
dell’85% rispetto a quelli destinati al programma TEN-T per il periodo 2007-2013,
sono e saranno prevalentemente destinati al potenziamento infrastrutturale dei
corridoi della rete centrale.
In prospettiva interna Rete Autostrade Mediterranee S.p.A., società
nata nel 2004 che agisce come braccio operativo del Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti, promuove a livello nazionale il programma
Autostrade del Mare, coordinando le azioni volte a definire il sistema
integrato di trasporto e perseguendo i seguenti obiettivi generali:
l’individuazione dei flussi di traffico con maggiore attrattiva per gli operatori del settore;
la valorizzazione dei porti destinatari dei flussi;
il potenziamento dei segmenti di mercato non o poco sfruttati tramite l’implementazione di nuove linee ed il miglioramento delle linee già in servizio.
Dopo un’intensa attività di monitoraggio, RAM S.p.A. ha messo in luce
le criticità strutturali ed infrastrutturali del nostro Paese che, diminuendo
l’accessibilità portuale degli scali, frenano l’utilizzo dei servizi marittimi ed
impediscono il pieno sviluppo del programma Autostrade del Mare.
In proposito, in un suo intervento in chiusura del Forum sulla sicurezza
portuale tenutosi a Ravenna a fine Maggio 2017, il Ministro dei Trasporti
italiano Graziano Delrio ha espressamente criticato la scelta di Bruxelles di
escludere dai progetti comunitari i collegamenti marittimi fra porti nazionali.
Il riferimento del Ministro è evidentemente volto ai co-finanziamenti ed ai
contributi previsti nell'ambito dei vari programmi comunitari (in particolare
il succitato CEF - Connecting Europe
Facility), i quali sono tradizionalmente riservati ai collegamenti
marittimi fra due Stati membri dell'Unione Europea con esclusione delle linee
di cabotaggio dal novero dei collegamenti “beneficiari”. Nella prospettiva
evidenziata dal Ministro Delrio, se in futuro si arrivasse al superamento di
questa limitazione, si aprirebbero le porte a nuove forme di sostegno al
trasporto combinato strada-mare anche in ottica nazionale, con evidenti
vantaggi per gli operatori e per l’intero sistema infrastrutturale ed
intermodale interno.
Rubrica a cura dello Studio Legale Siccardi Bregante & C. - www.siccardibregante.it - studio@siccardibregante.it