Assemblea pubblica Assagenti 2022 - "Obiettivo: solo il possibile"
13/06/2022 |
Genova ha tutte le precondizioni e le
possibilità per diventare la chiave di rilancio dell’economia italiana,
ma ciò può accadere a condizione che le opere programmate, sia quelle a mare (la
nuova avveniristica diga su fondali di 58 metri), sia quelle a terra (i
collegamenti ferroviari e autostradali con Milano, che collocherebbero
il più importante porto del Mediterraneo a meno di 50 minuti di distanza dalla
capitale italiana del business e dalla sua vasta area produttiva),
diventino da oggi oggetto di un vero e proprio patto di sangue.
Per
queste opere non devono esistere incognite sulla costruzione, né tantomeno
incertezze sui tempi della loro realizzazione, al costo di cambiare tutte le
metodologie di approccio ai progetti e ai lavori e da fissare
subito centri di responsabilità che saranno chiamati a rendere conto di queste
opere.
L’Italia
sta subendo una vera e propria ubriacatura di nuove opere, con progetti che non
saranno mai varati e infrastrutture che non potranno essere attuate. Ma per
cinque opere, destinate a fare del porto di Genova il principale polo logistico
del Paese e della città di Genova un esempio unico di città porto interconnessa
anche telematicamente con il suo mercato di riferimento, non possono esistere
giustificazioni, né fallimenti.
Si
tratta della nuova diga foranea (oltre un miliardo di spesa e consegna nel
2027); del Terzo Valico ferroviario fra Genova e Milano,
consegna 2026 a 114 anni dal primo progetto; del Nodo ferroviario di Genova,
consegna 2024; della Gronda autostradale di ponente, inizio lavori 2023 e 10
anni per il completamento; e dell’E-Port ovvero digitalizzazione di tutti i
servizi e l’organizzazione portuale: 2023. Infine, l’area siderurgica di
Cornigliano che è un fantasma della vita economica genovese e sino a oggi è
stato anche il convitato di pietra di qualsiasi dibattito politico.
Un
porto in affannosa ricerca di spazi per attività di movimentazione delle merci
e di logistica non può più permettersi il lusso di ignorare un’area (ex
Italsider) da un milione e 300 mila metri quadri incastonata al centro dello
scalo marittimo. Area, che è stata sino a oggi un taboo e della quale non si
poteva parlare all’insegna di una presunta difesa di occupazione nel settore
siderurgico, quando tutti sanno che il problema occupazionale potrebbe essere
facilmente risolto, rendendo l’area di Cornigliano il polmone produttivo del
porto.
“In
una parola, che vale per tutte e cinque le opere chiave – afferma Pessina -
valgono alcune considerazioni:
- Non ci possiamo permettere il lusso di sbagliare
- I tempi devono essere certi e se non rispettati qualcuno dovrà pagare – assumere le responsabilità
- Eventuali revisioni di costi non dovranno arrestare o rallentare queste opere. Piuttosto si dovrà rinunciare o posticipare altre opere, certo importanti, ma non vitali
- L’informazione agli stakeholder, ovvero agli operatori portuali, ma anche ai privati cittadini dovrà essere costante. E su queste opere propongo la creazione di un sito con cinque timer che ci dicano ogni giorno quanto manca. Se un’opera è in ritardo dobbiamo saperlo tutti e subito.
- Genova dovrà essere una grande casa di vetro e il suo porto dovrà diventare il laboratorio italiano di una sfida trasparenza. Se arriveranno intoppi su queste opere dovranno essere conosciuti in tempo reale così come i nomi di chi li ha provocati o li sta provocando.
Il
porto di Genova e la città hanno una straordinaria occasione da sfruttare, ma
se questo treno in corsa sarà mancato o peggio deraglierà, l’unica alternativa
sarà il declino. E noi come Assagenti faremo di tutto per impedirlo.”
“E
quindi? – prosegue Pessina - quali opere e in quali tempi saranno
indispensabili e quindi disponibili per assicurare al porto di Genova il salto
di qualità che attendiamo da anni?
A
questo appello, ha immediatamente risposto la Presidente della Commissione
Trasporti della Camera, Raffaella Paita che, nell’indicare una traccia per il
futuro parametrata sulle potenzialità di Genova quale hub centrale del
Mediterraneo, ha preannunciato una discussione politica e parlamentare mirata
al superamento del Codice degli appalti e all’applicazione del modello Genova
(che ha consentito la ricostruzione a tempo di record del Ponte Morandi) non
solo per l’emergenza ma per intervenire con efficienza su tutto il sistema
infrastrutturale italiano.
Raffaella
Paita ha parlato esplicitamente di fare del modello Genova la norma di
riferimento, sottolineando come la progettazione a tre livelli abbia ormai
segnato il passo e come il regime autorizzativo dei Ministeri si sia
trasformato in una prassi di veti incrociati, ai quali si affianca la patologia
dei ricorsi (con un meccanismo che sanzioni le liti temerarie).
Parlando
di un’intesa su questi temi con il Sindaco di Genova, Marco Bucci, la
Presidente della Commissione Trasporti ha anche lanciato l’idea di dare vita a
Genova a una scuola della pubblica amministrazione, che crei le risorse
professionali di domani, delinei un nuovo rapporto con la burocrazia e dia vita
a un nuovo modello per le Istituzioni.
Una
proposta questa che collima con la sfida lanciata dagli agenti marittimi: a
luglio un grande meeting di tutti i giovani che lavorano in aziende connesse
con il porto e la logistica, per dare vita a un think tank permanente
incaricato di riprogettare il futuro di una città, che – come sottolineato dal
Sindaco Bucci – per la prima volta può ragionare, grazie alla diga e ai nuovi
collegamenti con il nord ovest, nell’ottica di nuovi spazi allargati che richiederanno una capacità di
lavorare in parallelo sulla realizzazione di più opere infrastrutturali”.
Al
Focus sul tema delle grandi infrastrutture programmate per sviluppare e
rilanciare il porto di Genova hanno preso parte il Presidente della Camera di Commercio di Genova
Luigi Attanasio, il Presidente ANCE Genova Giulio Musso, il Presidente
Federlogistica e Conftrasporto Luigi Merlo, il Presidente di Confindustria
Genova Umberto Risso, il Presidente di Federagenti Alessandro Santi, il
Segretario Generale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure
Occidentale Paolo Piacenza moderati dai giornalisti Sergio Rizzo e Luca Telese.
Guarda QUI la registrazione integrale dell'evento
Guarda QUI il video finale dell'Assemblea