Gli Assicuratori londinesi aggiungono il Sudan alla lista delle aree “ad alto rischio”
31/05/2023
Rubrica a cura dello Studio Legale Siccardi Bregante & C. - www.siccardibregante.it - studio@siccardibregante.it
Lo scoppio della sanguinosa guerra civile in Sudan lo scorso 15
aprile – che vede tutt’ora coinvolte le forze appartenenti all’esercito
regolare da un lato, e quelle facenti capo alle Rapid Support Forces (RSF, un
gruppo paramilitare già accusato in passato di crimini contro l’umanità)
dall’altro – ha avuto ripercussioni anche sul mercato delle assicurazioni
marittime contro i rischi di guerra.
L’escalation del conflitto ha infatti rapidamente sollevato
preoccupazioni in seno al Joint War Committee (JWC) londinese, che ha
monitorato costantemente la situazione al fine di valutare le eventuali misure da
adottare. Dal momento che quest’ultimo organismo comprende al suo interno membri
della Lloyd’s Market Association e della International Underwriting Association
(ossia due delle principali associazioni di categoria che rappresentano gli
interessi delle compagnie di assicurazione per i rischi di guerra che operano
sul mercato londinese), è chiaro che le determinazioni del JWC hanno avuto e
avranno in futuro un significativo impatto sul mercato assicurativo.
Dopo aver tenuto sotto controllo la situazione per dieci
giorni, il JWC – per mezzo della Joint Committee Circular del 25 aprile scorso
– ha deciso di aggiungere il Sudan alla lista delle aree considerate “ad alto
rischio”, innescando una serie di conseguenze – di cui si dirà di seguito – destinate
a ripercuotersi sugli armatori e le loro politiche gestionali.
Dal punto di vista territoriale, tali conseguenze riguarderanno
tutte le navi che vogliano non soltanto sostare nei porti sudanesi, ma anche
semplicemente transitare nelle acque territoriali di tale Stato; sarà invece
esclusa dalle stesse l’area facente parte della Zona Economica Esclusiva (ove
istituita dal Sudan), in conformità a quanto previsto dalle regole diramate dal
JWC nel 2005, valide per tutti i Paesi ad alto rischio.
Secondo quanto stabilito dal JWC diverrà obbligatorio per gli
armatori notificare previamente (anche se non è stato indicato con quanto
anticipo) alla propria compagnia di assicurazione l’intenzione di entrare nelle
acque territoriali del Sudan o di far scalo in uno dei suoi porti. La notifica
non è un atto dal valore meramente formale, dal momento che ha la funzione di
portare a conoscenza della compagnia assicuratrice il transito della nave in
acque sudanesi, di modo che questa possa dare, dopo un’attenta valutazione
delle circostanze del caso, il proprio assenso allo svolgersi dello stesso. Il
preventivo assenso della compagnia deve essere obbligatoriamente ottenuto
dall’armatore, pena l’inoperatività della polizza (limitatamente al periodo del
transito in territorio sudanese).
Nondimeno, sempre sotto il profilo assicurativo,
l’inserimento di un Paese nella lista dei paesi ad alto rischio comporta, per
gli armatori che abbiano interessi nell’area, il pagamento di un premio
assicurativo più elevato, stante il maggior livello di rischio che la nave
corre; l’incremento del premio assicurativo avrà poi come probabile conseguenza
un aumento degli importi dei noli applicati dall’armatore ai suoi noleggiatori.
L’aggiunta del Sudan tra le aree ad alto rischio arriva a
poco più di un anno dall’ultima modifica dell’elenco: con la circolare del 4
aprile 2022 (adottata a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina), infatti,
erano state identificate una serie di coordinate – che ricomprendono tutta
l’area del Mar Nero e del Mar d’Azov, insieme alla penisola di Crimea, parte
dei fiumi Don e Donets e le acque interne della Bielorussia – che da quel
momento sono entrate a far parte delle zone ad alto rischio.
Se la situazione in Sudan dovesse rimanere invariata, ciò
potrebbe avere come effetto quello di condurre le compagnie che effettuano
trasporto merci via mare a evitare lo scalo nei porti di tale Stato, per
evitare costi ulteriori. Secondo i dati evidenziati dalla Lloyd’s List
Intelligence, nel 2022 un totale di 483 navi adibite al trasporto di merci ha
transitato in acque sudanesi; la maggior parte di esse appartiene alla
categoria delle navi cisterna e delle rinfusiere.